(Articolo uscito originariamente su “Casentino da scoprire 2”, guida turistica della vallata a cura di Casentino Più)
Poco distante dalle rive dell’Arno, tra le frazioni di Castelluccio e Poggio al Pino nel comune di Capolona, si erge un edificio dalla storia ormai millenaria: la Pieve di Santa Maria Maddalena a Sietina. Le prime notizie storiche su questo edificio risalgono infatti all’anno 1022. Come molti altri edifici sacri di questo periodo, la Pieve sorge sulla sponda destra del fiume, lungo la strada che da Arezzo portava in Casentino ed era infatti nota come “via delle pievi”: dopo quella di Sietina, infatti, si trovano la Pieve di San Martino Sopr’Arno (sempre nel territorio del Comune di Capolona) e numerose altre, fino alla più “nota”, la Pieve di Romena.

La facciata della Pieve (foto tratta da http://www.sietina.it)
Come molte pievi romaniche, l’architettura dell’edificio sacro è insieme essenziale ed estremamente suggestiva: l’interno diviso in tre navate divise da pilastri a sezione rettangolare presenta affreschi risalenti al secolo XIV e XV, tra i quali vale la pena ricordare la Madonna sul trono con Bambino, raffigurata su uno dei pilastri e dallo stile che richiama chiaramente quello di Piero della Francesca nella Leggenda della Vera Croce, e la vetrata raffigurante la Maddalena, risalente al XVI secolo ed attribuita all’artista francese Marcillat, noto per aver realizzato anche le vetrate del Duomo di Arezzo. La famiglia Bacci, il cui stemma (una testa di leone ruggente con tre stelle dorate su fondo blu) è raffigurato sopra al portone di ingresso alla Pieve, risulta essere stata la committente della maggior parte delle opere che si trovano all’interno dell’edificio, così come della celeberrima “Leggenda della Vera Croce” ad opera di Piero della Francesca che si trova all’interno della Chiesa di San Francesco ad Arezzo. Inoltre, sono di pregevole fattura le raffigurazioni di San Biagio Vescovo e di San Benedetto, realizzata in omaggio alla vicina Badia di Campoleone, complesso benedettino di grande importanza (a cui Capolona deve ancora oggi il suo nome, dal latino Campus Leonis), che venne distrutto nel 1527 dall’esercito imperiale guidato da Carlo di Borbone. In un ciclo di affreschi trecenteschi sulla parete destra della navata centrale, sono riconoscibili tre figure di santi: San Pietro (raffigurato con le chiavi in mano), San Lorenzo (riconoscibile perché ha ai suoi piedi una graticola, dove fu poi arso vivo) e Santo Stefano (che ha in mano un sasso, a ricordo della sua lapidazione giovanile). Sull’altro lato della navata centrale, troviamo invece una raffigurazione di San Cristoforo e una di San Bernardino da Siena, una delle prime successive alla sua canonizzazione avvenuta nel 1450: questo potrebbe in parte stupire, essendo San Bernardino un francescano, ma la sua vicinanza “geografica” al territorio in cui sorge la Pieve lascia pensare che possa essere entrato in contatto con la famiglia Bacci, poiché figura molto “in vista” (dopo San Francesco e Sant’Antonio da Padova, è probabilmente il santo francescano più noto e rappresentato). Molto particolare è il dipinto rappresentato sotto una delle arcate, ovvero la SS. Trinità “trilobata”: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono infatti rappresentati con lo stesso volto, uno visto frontalmente e gli altri due di profilo. Questo tipo di rappresentazione pittorica non è facile da trovare perché ai tempi della controriforma della Chiesa Cattolica venne bandita, pertanto questa che si trova a Sietina è una delle poche ad essersi salvata dalla cancellazione, avvenuta invece in molti altri edifici. Molto belli sono infine, nei pressi del portone principale, la raffigurazione di Santa Caterina d’Alessandria (collocata proprio sopra al portone stesso) e il Battesimo di Cristo, posto sopra alla navata sinistra dell’edificio, ma di epoca decisamente più recente rispetto agli affreschi.
Una delle particolarità più importanti di questo edificio sacro è che appare più basso dall’esterno, anche se risulta essere stato ripavimentato più volte, a quanto pare a causa di una falda acquifera abbastanza vicina alla superficie che ha causato numerose infiltrazioni di umidità negli anni. Il campanile che si vede dalla facciata esterna è invece stato aggiunto in seguito. Attorno alla Pieve stessa esiste un piccolo insediamento rurale, costituito da una villa padronale e due case rurali. Il toponimo “Sietina” risulta essere di origine etrusca ed essere stato già in passato luogo di culto dedicato a Saturno. La collocazione geografica della Pieve risulta essere particolarmente interessante, perché si trova sia lungo la già citata “via delle pievi” che attraversa tutto il Casentino, che nelle vicinanze delle strade consolari Cassia Vetus e Flaminia Minor. Attualmente si può passare da Pieve a Sietina percorrendo il sentiero 47 del CAI, inserito nel percorso della cosiddetta Via Romena Germanica.
COME RAGGIUNGERE PIEVE A SIETINA
Pieve a Sietina dista circa 7 km dalla sede del Comune di Capolona. Occorre prendere le indicazioni stradali per San Martino Sopr’Arno, proseguire per la Strada Provinciale dello Spicchio e poco dopo aver superato il bivio per Poggio al Pino si troverà un bivio sulla sinistra, con un cartello marrone che indica Pieve a Sietina.
INFO UTILI
L’Associazione Pieve a Sietina, che si occupa di tutelare e valorizzare il sito, è contattabile ai seguenti indirizzi:
https://www.facebook.com/AssociazionePieveASietina
Per visitare la pieve, è opportuno contattare uno dei seguenti numeri telefonici:
335-1835218
328-5642276
339-5438549