Ci ho messo qualche giorno a realizzare che alla presentazione di “Come una mano che saluta da un treno” (Edizioni Helicon) c’era davvero tanta gente, attenta, presente e partecipe.
Domande dal pubblico, amici venuti da fuori, parenti che decidono di farmi una sorpresa, bottigliette d’acqua naturale, copie firmate, professori universitari, giornalisti bravi e famosi, giornalisti bravi e basta, sacchetti bio, altre copie firmate, messaggi e chiamate dell’ultimo minuto di chi non sarebbe venuto, persone che invece sono venute e non me lo aspettavo, chiacchiere di musica, di fumetti, ovviamente di libri. La mia domenica pomeriggio alla Libreria Edison entra di diritto nel novero dei giorni in cui sono stato felice. Per cui grazie. Grazie prima di tutto alla Libreria Edison che mi ha ospitato, supportato e sopportato.
Grazie a chi si è sciroppato chilometri per venire, a chi è venuto a piedi, a chi è stato ad ascoltare, a chi si è fatto firmare la copia, a chi non se l’è fatta firmare, a chi il libro lo aveva già letto ma è venuto lo stesso, a chi lo deve ancora leggere, a chi ha fatto le domande e a chi ha ascoltato.