Come Tex non c’è nessuno

(Articolo pubblicato originariamente su Il Baffo, il defunto blog del Karemaski, il 10 giugno 2013)

Ho pensato un sacco di volte a come iniziare un pezzo su Tex, una leggenda del fumetto italiano, ideata da G. L. Bonelli e creata graficamente da Galep, da 65 anni ininterrottamente presente nelle edicole, dapprima con gli albetti “a striscia” (pubblicati dal 1948 al 1967) e dal 1958 nell’attuale formato, che nei primi 94 numeri ha raccolto e ripubblicato le storie delle strisce e ha poi cominciato a narrare le nuove avventure del ranger con la faccia di Gary Cooper, e sono giunto alla conclusione che l’unico approccio possibile al personaggio sia quello del massimo rispetto.  Se uno pensa al “segreto del successo” di Tex, è evidente che non è possibile individuarlo.  “Altrimenti avremmo fatto 10 personaggi come Tex”, avrebbe detto Sergio Bonelli al riguardo.  E invece, come recita il titolo del libro-intervista di Sergio Busatta, “come Tex non c’è nessuno”.  E comunque, dovendo azzardare una spiegazione di come sia possibile che ancora oggi, nel 2013, Tex sia il fumetto italiano più venduto, si può partire dal fatto che Tex sia, since 1948, un personaggio sempre fedele a sé stesso, un raddrizzatore di torti, senza paura e senza macchia, che non guarda al colore della pelle (e qui giova ricordarcelo, che è un personaggio nato nel 1948) ma solo alla giustizia.  Un eroe d’altri tempi, con pochissimi dubbi e nessuna paura, a tratti capace di imprese “al limite dell’umano”, sempre, immancabilmente, con la schiena dritta.

Un giovanissimo Gary Cooper, prima ispirazione per il volto di Tex Willer

Nel caso in cui non abbiate mai sentito parlare di Tex (uhm…), in quattro-righe-quattro il personaggio è questo qua: un ex fuorilegge, ex rivoluzionario per l’indipendenza messicana, diventato Ranger del Texas, capo della tribù indiana dei Navajos (dopo averne ereditato il comando dal suocero, Freccia Rossa) e loro agente indiano, padre di Kit Willer, fratello di sangue del taciturno navajo Tiger Jack, inseparabile pard di Kit Carson.  Questo è quello che c’è da sapere per avere un’idea, vaghissima, di chi si stia parlando. Un personaggio che ha anticipato (e propiziato) per moltissimi versi l’ondata cinematografica dello Spaghetti-Western, ha saputo cavalcarla e sopravvivergli.  Al momento di scrivere questo pezzo, siamo a 632 albi della serie regolare, a cui si aggiungono 27 speciali (il ventottesimo uscirà tra poco), 16 albi “maxi”, due “color tex” e 20 episodi pubblicati nella collana “almanacco del west”.  E tutto questo bendiddio porta la firma di – tenetevi forte – solo dodici sceneggiatori, un caso più unico che raro nella storia del fumetto mondiale.  E di questi dodici, sono solo in quattro ad aver firmato un numero considerevole di storie (cinque se ci aggiungiamo Tito Faraci, l’unico altro ad aver superato la quota di 10 albi pubblicati):  Giovanni Luigi Bonelli, creatore del personaggio ed autore dei testi dei primi CENTOOTTANTADUE numeri della serie; il figlio Sergio, che come autore si firmava Guido Nolitta (ed è stato anche l’ideatore di altri due personaggi di spicco, Zagor e Mister No); Claudio Nizzi, sceneggiatore principe della serie dal 1988 al 2008; Mauro Boselli, attuale curatore della serie nonché co-creatore (assieme a Maurizio Colombo) del personaggio Dampyr, il mezzo-uomo-mezzo-vampiro nelle edicole dal 2000. Un numero estremamente ristretto di sceneggiatori, che ha permesso al personaggio di rimanere negli anni fedele a sé stesso, pur concedendosi delle “divagazioni di genere”, soprattutto con storie dalla forte connotazione soprannaturale.  E se qualcuno si azzarda ad obiettare che “Tex non ha più niente da dire” o peggio ancora che “Tex non è credibile, gli va sempre tutto bene”, che volete che vi dica? Per prima cosa, vi va bene se Tex stesso non vi spara o vi dà un destro, dopodiché vi invito a riguardarvi (tanto lo so che l’avete già visto) Django Unchained: vi assicuro che ogni singola storia di Tex è più credibile del (pur piacevolissimo) film messo in piedi da Sua Maestà Quentin Tarantino.

La copertina di “Tex Willer – Il romanzo della mia vita”, di Boselli e Civitelli

Se uno volesse mettersi a leggere le avventure del ranger a partire da oggi, diciamo con una conoscenza del personaggio che si limita alle tre righe di cui sopra, ecco, direi che l’ideale, se non avete voglia di recuperarvi la serie – che comunque è stata ristampata più volte – è leggersi il romanzo di Mauro Boselli, “Tex Willer – il romanzo della mia vita”, con illustrazioni inedite del nostro concittadino Fabio Civitelli (per inciso, autore anche della copertina di “70 ore nel futuro”. Se lo volete incontrare sarà con noi QUI), dove l’autore milanese, utilizzando l’espediente letterario del giornalista che richiede un’intervista, fa raccontare a Tex stesso quali siano state le avventure più memorabili che lui abbia mai vissuto, fornendo una sorta di “Bignami” (ri-uhm…) della serie.  Esiste anche un’infinità di materiali video, più o meno approfonditi e variamente interessanti, sul ranger.  Per cominciare, recuperatevi la prima puntata di Fumettology, il ciclo di Rai 5 dedicato ai “miti” del fumetto italiano (ok, lo so, siete pigri. Ve la posto io direttamente qua sotto.)

Se proprio ne avete voglia, sparatevi (è il caso di dirlo) anche “Tex e il signore degli abissi”, film del 1985 con Giuliano Gemma ad interpretare il ranger, tratto dagli episodi dal 101 al 103 della serie regolare, e soprattutto “come Tex nessuno mai”, film-documentario di Giancarlo Soldi del 2012 che parte da Tex e racconta la storia di Sergio Bonelli, scomparso un anno e mezzo fa.

Per orientarsi su quanto di Tex viene pubblicato oggi come oggi dalla Sergio Bonelli Editore, ogni mese escono cinque albi del ranger:  “Tex”, attualmente giunto al numero 632, che pubblica le storie inedite del personaggio, e le tre ristampe “Tex Tre Stelle” (mensile), “TuttoTex” (mensile) e “Tex Nuova Ristampa” (quindicinale).  A parere di chi scrive, Tex attraversa in questi ultimi anni un vero e proprio “stato di grazia”: albi scritti bene, con sceneggiature mai forzate e una qualità media dei disegni altissima.  A scatola chiusa, se volete provare una storia autoconclusiva, vi posso già dire questo:  tra una decina di giorni esce il ventottesimo speciale, il “texone” intitolato “i pionieri”, realizzato da Boselli e Venturi.  Provare per credere, come diceva quello.  E quello, ovviamente, la sapeva lunga.