Spiegatemi.

E quindi, affermare che la (all’epoca dei fatti contestati) Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge “sembra un orango” è diffamazione ma la frase in questione non costituisce discriminazione razziale. Così, il Senato della Repubblica italiana ha salvato Roberto Calderoli, colui che in un comizio leghista tenuto il 13 luglio 2013 ha pronunciato questa aberrante frase.
Tralasciando le difese di Calderoli (che – permettetemi – non faccio precedere da “On.”) portate avanti dagli ex PdL, Forzisti e quanti altri, abituati a considerare come battute di spirito anche le uscite dell’ex Presidente del Consiglio che definiva “abbronzato” Barack Obama, vi riporto qui quelle di due esponenti PD, ovvero della parte che dovrebbe essere a me più vicina politicamente (mai come in questo caso, il condizionale è d’obbligo).

  1. Sen. Claudio Moscardelli: “Le accuse relative alle incitazioni all’odio razziale risultano infondate, atteso il contesto politico nel quale le frasi in questione sono state pronunciate e attesa anche la configurazione del movimento della Lega, nel cui ambito operano anche diverse persone di colore”
  2. Sen. Giuseppe Cucca: “le parole pronunciate dal senatore Calderoli vanno valutate nell’ambito di un particolare contesto di critica politica” e “spesso nella satira si paragonano persone ad animali, senza che tali circostanze diano luogo a fattispecie criminose”.

Questo, invece, è il commento di Cécile Kyenge, affidato alla sua pagina Facebook: “Quelle parole di chi dovrebbe onorare le istituzioni e il Paese hanno fatto il giro del mondo. C’è una legge del nostro Paese, la Legge Mancino, che persegue l’istigazione all’odio razziale. Per il Senato italiano, che oggi ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata d’ufficio dal Tribunale in forza della Legge Mancino, in queste parole non c’era discriminazione razziale. In Europa il livello di guardia verso il razzismo è altissimo. Il messaggio di questo voto è che la politica è irresponsabile, che non c’è un argine all’uso irresponsabile di parole che avvelenano la società, seminando odio razziale. E’ un messaggio triste. Non lo nascondo, sono amareggiata. Ma io vado avanti.
‪#‎Triste‬ ‪#‎IoVadoAvanti‬

stpauli_refugees

I tifosi del St. Pauli (Amburgo) tra i capofila del movimento solidale degli ultras europeo.

E tutto questo avviene mentre numerose curve di ultras in Europa, quegli ultras che con tanta ostinazione combattete bollandoli come “pericolo per la coesione sociale del Paese”, in queste settimane hanno innalzato striscioni con scritto “REFUGEES WELCOME”. Non credo ci sia gran bisogno di commentare, si?
Anzi, una cosa la voglio dire, permettetemi. Breve, sintetica, dalla pancia e non politically correct.

Non meravigliatevi se la gente non va a votare, non ne avete il diritto. Non meravigliatevi se la gente ha lo schifo nei confronti della politica oggigiorno. Non meravigliatevi se non c’è indignazione per questa Europa che costruisce muri, che tira su fili spinati, che cerca insistentemente di voltarsi dall’altra parte mentre un dramma umanitario di proporzioni enormi è in atto.
Non meravigliatevi se – tra il serio e il faceto – in molti non considerano più il PD un partito di sinistra, anzi, neanche di centrosinistra.
Oppure cercate di convincermi del perché salvare Calderoli vi è sembrata una buona idea. Grazie.