Io me lo ricordo bene, Lauro Minghelli. Erano gli anni in cui cominciavo ad andare a vedere l’Arezzo da solo, in cui l’Arezzo era nelle sabbie mobili dei dilettanti, dalle quali sarebbe uscito dopo tre anni. Lauro Minghelli non era un giocatore come gli altri, così come l’Arezzo di Cosmi non era una squadra come le altre. A dirlo oggi sembra la vuota retorica che spesso accompagna le persone che non ci sono più, mentre invece chi c’era, come me, ricorda. E anche Luca Stanganini e Andrea Lorentini, con la collaborazione di Katia Zeffiri, sono riusciti a scrivere un libro di sport che non è come gli altri. Perché è un libro che racconta fatti di sport, ovviamente, ma è soprattutto un libro che tratteggia il ragazzo che abbiamo perso, ormai dieci anni fa, prima di una partita contro la Pistoiese che l’Arezzo vinse per 1-0 in un clima surreale. A Lauro Minghelli è stata intitolata la Curva Sud dello stadio di Arezzo, ed è stato proprio vicino a quella curva, nel salone dell’Arbitro Club, che il libro è stato presentato, il 15 febbraio, quello stesso 15 febbraio che dieci anni prima ci aveva annunciato che Lauro aveva perso la partita più dura, quella che non si poteva vincere, quella contro la SLA. “A testa alta” è quindi un libro che sarebbe riduttivo definire “di sport”: è la storia di un giovane, a cui a 26 anni hanno diagnosticato un male incurabile, e che ha vissuto la sua vita apprezzandone, per quanto possibile, ogni momento. Alla presentazione non sono bastati i posti a sedere, e vedere due uomini di calcio navigati come Francesco “Ciccio” Graziani e Serse Cosmi commuoversi, al punto di non riuscire a parlare, per più volte, nel ricordo di questo sfortunato giocatore, ci ha fatto capire che veramente, noi che l’abbiamo visto giocare – e ancor di più chi gli è stato amico – abbiamo assistito al breve volo di una splendida cometa. E quindi “A testa alta” è un libro che ti prende anche se di calcio non ne sai niente, se magari non ti interessa l’argomento, semplicemente perché la storia di Lauro Minghelli è la storia, purtroppo, di molti. Lauro Minghelli da Maranello, terra di Cavalli Rampanti, ci ha lasciato quando l’Arezzo, l’altro Cavallo Rampante dello sport italiano, era in testa alla classifica della serie C1. Quella stessa serie C1 che la banda di Cosmi ha riconquistato insieme a lui, nello spareggio di Pistoia che vide Corrado Pilleddu prendere una squalifica di due giornate per aver voluto anche lui alla festa in campo, a tutti i costi. Io il libro l’ho iniziato domenica sera e l’ho finito martedì notte, non riuscivo proprio a staccarmene. Quando sono arrivato all’ultima pagina era l’1:35 di notte, e io avrei voluto ringraziare i ragazzi che l’hanno scritto. Spero di poterlo fare di persona. Mettiamo che nel mio caso forse è dovuto anche ad un tipo di coinvolgimento “affettivo”: tuttavia, sono sicuro che piacerà anche a chi di Lauro non aveva mai sentito parlare prima di oggi. Provare per credere.
Nota a margine-1: Complimenti anche al mio amico Andrea Bardelli, autore della foto di copertina. Bello lo scatto, bella l’idea, ottima la resa.
Nota a margine-2: Ai fini della storia raccontata, non ha nessuna importanza, ma il personaggio dei Peanuts che si trascina dietro una coperta è Linus e non Charlie Brown.