Offlaga Disco Pax live @ Karemaski, Arezzo, quasi un mese fa

Scrivo questa recensione che avevo promesso ad amici, anche se ormai il fatto a cui si riferisce appartiene più al passato che al presente. Ma certe cose non passano mai, e sono dotate di una straordinaria coerenza che non è propria di tutti i fatti della vita. E cosa ci può essere di più pienamente coerente di un concerto degli ODP il 25 aprile? Viene da chiedersi come abbiano fatto ad esser liberi proprio in quella data. Io infatti l’ho chiesto ai ragazzi del Karemaski, e loro mi hanno detto che non c’è voluto un preavviso di tre anni, ma solo di tre o quattro mesi. Forse è stato solo che ci hanno pensato per primi, chi lo sa.
Collini si palesa in quel di Arezzo con una maglietta che gli invidiano in molti: c’è scritto, solamente, “Partigiano Reggiano”. E scusate del poco. La sfiga, magari, è che nello stesso giorno c’era il megaconcerto dei Wailers con annessa Casa del Vento in Piazza della Libertà, ma tant’è. Tra l’altro – chi mi conosce lo sa – io odio il reggae, quindi dei Wailers me ne fregava anche il giusto. Inconveniente al quale si è comunque ovviato facendo cominciare a suonare i nostri all’una e spiccioli.
Si comincia, dunque, e l’incipit è un richiamo al manifesto del concerto, “Ventrale”. Sempre in nome della coerenza delle cose. Gli Offlaga dal vivo sono essenziali, proprio come nei dischi, al punto che Collini chiede al tecnico audio di abbassare il volume della voce, come avviene in “Bachelite”. Per chi non lo sapesse, gli ODP spiegano al pubblico che cosa sia la Bachelite, tra l’altro.

La bachelite è una resina fenolica termoindurente ottenuta per reazione tra formaldeide e fenolo.
Fu sintetizzata per la prima volta da Leo Baekeland nel 1907, da cui prende il nome. La sua produzione industriale prese avvio negli Stati Uniti e nel Regno Unito negli anni venti


Seguono, nella scaletta, “Enver”, “Superchiome” e “Dove Ho Messo La Golf?”, un trittico che fa da preludio ad uno dei momenti topici del live. Collini presenta la canzone successiva con queste parole:

Fino a pochi minuti fa era il 25 aprile. Ma ci sono persone di cui sembra che non ci libereremo mai.


e com’è giusto, parte “Sensibile”, probabilmente la canzone più bella del nuovo disco. E mi accorgo che tutti, o quasi, i presenti, la recitano, sottovoce, insieme a Max, un po’ come se fosse una preghiera. Non è facile restare immuni ad un momento del genere.
Si prosegue con tre dei pezzi che un po’ tutti avrebbero voluto, “Lungimiranza”, “Piccola Pietroburgo” e “Cinnamon”, a cui segue una delle canzoni che non pensavo avrebbero eseguito dal vivo, l’amarissima “Venti Minuti”. Proprio mentre comincio a pensare che non la suoneranno, parte finalmente l’intro di “Kappler”, a cui segue una “Onomastica” finalmente spiegata davvero: i nomi che la compongono sono tutti tratti dall’elenco telefonico di Reggio Emilia!
Gli Offlaga se ne vanno, ma è chiaro che rientreranno. In fondo, ci sono un sacco di canzoni che non hanno ancora suonato. “Robespierre”, “Tatranky” e “Tono Metallico Standard” su tutte. Si parte, al loro rientro, proprio con la prima delle tre da me citate, in una versione senza chitarra ma con molta tastiera. Carina, e tuttavia l’originale mi piace di più. Non c’è spazio per le altre due che ho nominato: il concerto ci chiude con un pezzo inedito, che parla dei prigionieri politici cileni di Isla Dawson.
Gli oggetti che Collini esibì nel primo concerto che ho visto, stavolta, sono rimasti appoggiati su una sedia, non saprei se per dimenticanza o per scelta. Ma chi non c’era si è perso qualcosa, e chi c’era può confermarlo. 😉